Domanda:
Epatiti C - Donna?
iluvi
2008-05-08 22:57:02 UTC
Quanto tempo di vita ha una persona di 50 anni a chi li hanno scoperto la epatiti C, apparentemente in prima fase, senza nessuna variazione nelle analisi corrispondenti a questa infezione?
Sette risposte:
Ninfa dei Boschi
2008-05-08 23:07:16 UTC
Credo che potrebbe stare tranquilla, si tratta di una malattia che cronicizza, un pò come il diabete, per cui è importante adottare un corretto stile di vita e curarsi adeguatamente per tutta la vita.

Niente aclool e caffè per esempio.

Una mia zia ha l'epatite C e sta meglio di me. Si cura solo con l'omeopatia. Mi raccomando però: l'omeopata deve essere bravo!!!
LIFE IS A DREAM
2008-05-14 05:55:25 UTC
Se dici apparentemente in prima fase non sei sicura di quando l'hai contratta informati bene.se ho ben capito i tuoi valori non arrivano al cielo quindi la cosa non è cosi preoccupante.

chi ha scrtto sopra che questa malattia si puo curare,dice una gran cavolata perchè come qualcun altro piu informato ha scritto vi sono i non responder,cioè persone che non negativizzano per cui la terapia magari fa più danni che altro.

Tutto è relativo cara se il tuo genotipo è 1 allora ci sono piu probabilita che tu non risponda alla terapia interferone+ riba.

Io approssimativamente ti posso dire che si può vivere anche 30 anni,ovviamente senza alcol,sigarette e mariuana.

prova comunque a fare una terapia basta una punturina per settimana(pensa prima bisognava farla ogni giorno e per sei mesi).Ci sono cmq diverse novità ma tutte in fase di sperimentazione.

Prendila positivamente è importante anche che tu ti viva il tuo ospite serenamente e fa controlli periodici ok?

Auguri e ciao
2014-11-11 17:06:29 UTC
Per chi soffre di diabete esiste un fantastico rimedio naturale http://curanaturale-diabete.guardaqua.info

E' un rimedio innovativo che vanta di ottime recensioni e che è uno dei migliori prodotti per aiutare i diabetici.

Nonostante il diabete sia una malattia cronica questo metodo può aiutare molto!
2014-09-17 19:28:13 UTC
Il diabete è una malattia molto scomoda che neccessita assolutamente di cure mediche. Se hai il diabete devi assolutamente parlare con un medico e farti seguire da lui.

Inoltre puoi seguire delle cure naturali che possono portare grandi benefici e rendono questa malattia molto meno scomoda, ma comunque non possono sostituire un medico.

Ti suggerisco questa cura in particolare che so, per esperienza personale, essere molto valida



http://curadiabete.toptips.org



Spero ti sia stato utile e mi raccomando, non sottovalutare questa malattia.
♣♥♣
2008-05-09 08:17:10 UTC
ciao.se contrae il virus a 48-50 anni.dovrebbe avere un aspettativa di vita nella norma in linea di massima.

incidono molti fattori ovvero il genotipo e la carica virale.

un genotipo 2 o cmq diverso dall genotipo 1 è senza dubbio favorito. se la carica virale è bassa e si mantiene bassa una persona di 50 anni...arrivata ai fatidici 70-75 potrebbe pure morire ma non per colpa del virus.anni fa una famosa università di Houston in texas fece una osservazione.ovvero che una buona parte degli infettati da HCV "muore col virus ma non per colpa di esso"ovviamente si parla di quell che non sono riusciti a negativizare hcv-rna tramite interferone.

dopo i 50 anni si potrebbe pure tentare una cura.

ovvero peg-interferone +ribavirina x 6-9 mesi

ma la possibilita di negativizzare hcv-rna sono piu basse che non in una 30 enne.

cmq si potrebbe tentare benissimo.

ricorda che le donne rispondono meglio dei maschi alla cura.

anche se a partire dai 46-48 anni in poi vi sono piu casi di "non responder" alla cura.

io direi che ci sono buone possibilita di arrivare alla vecchiaia senza troppi problemi.questo in linea di massima

se poi all improvviso

la carica virale si alza , esempio:oltre 3-400.000 copie virali sull hcv-rna quantitativo.

le transaminasi iniziano a salire in modo repentino specie le ALT a valori superiori 4-5 volte lo standard normale.

la biopsia da evidenti segni di danno epatico allora le cose cambiano abbastanza
broccoletto76
2008-05-10 07:40:52 UTC
L'epatite C è una forma di epatite (infiammazione del fegato) causata da uno specifico virus (Hepatitis C Virus (HCV)). Prima della sua individuazione nel 1989, i sintomi che lo caratterizzavano erano definiti come "epatite non A non B".

Una volta penetrato nel fegato il virus causa una epatite acuta che però, nella maggior parte dei casi, è asintomatica. Ciò fà sì che la malattia possa divenire cronica (nell'80% dei casi)senza che il paziente se ne accorga, né possa quindi curarla precocemente. Una volta cronica, la malattia può decorrere anche per molti anni senza dare sintomi né danneggiare il fegato: purtroppo però nel 30% circa di questi pazienti la malattia può evolvere in forme più aggressive che possono condurre nel lungo termine alla cirrosi e al carcinoma epatocellulare. Generalmente i danneggiamenti al fegato non si presentano se non dopo 10-30 anni dall'infezione. Altre patologie possono essere correlate alla presenza del virus C nell'organismo: ad esempio il distiroidismo, la crioglobulinemia mista e alcuni tipi di glomerulonefrite.



Come già detto le forme croniche decorrono per molti anni senza sintomi, ma talvolta si può avere affaticamento, perdita di appetito, nausea, debolezza, lievi dolori addominali.



Il test di screening per individuare gli individui ammalati è la ricerca degli anticorpi (generalmente con metodica immunoenzimatica, EIA) contro il virus, in sigla HCV Ab che sta per Hepatitis C Virus Antibody, in italiano "anticorpo dell'epatite C". Quando è presente significa che il paziente è stato infettato dal virus dell'Epatite C, ma non è in grado di stabilire quando è avvenuto il contagio, né se l'infezione è ancora in atto. Infatti il test rimane positivo per tutta la vita anche nelle persone guarite, sia spontaneamente che con le cure.

Per questo motivo è necessaria una diagnosi più specifica, come la ricerca dell'RNA del virus HCV tramite reazione a catena della polimerasi (PCR). Tale metodica conferma o meno la presenza del virus nel sangue e quindi la presenza o meno della malattia cronica; è indicata in special modo nei soggetti positivi al test di screening (vedi sopra) per discriminare appunto la malattia attiva o l'avvenuta guarigione e in quelli che devono affrontare una terapia per monitorare la risposta: la negativizzazione di questo test fa capire che la cura è efficace.

La fonte di infezione è costituita da soggetti affetti da malattia acuta, ma soprattutto da malattia cronica. Questi spesso non sanno di essere ammalati e possono, inconsapevolmente, trasmettere l’infezione. Le modalità di trasmissione dell’infezione sono soprattutto le seguenti:

Via Parenterale: il virus pentra attraverso punture con aghi o strumenti infetti (tossicodipendenti, infermieri, etc) o somministrazione di sangue o emoderivati infetti ( prima degli anni ’90 );

Via Parenterale Inapparente: il virus penetra attraverso microlesioni difficilmente visibili della cute o delle mucose (spazzolini da denti, lesioni da malattie cutanee, etc.);

Via Sessuale: il virus C, sebbene con frequenza di gran lunga inferiore a quella del virus dell’epatite B o / e dell’HIV, si trasmette per via sessuale. Il rischio è più basso nei partners eterosessuali monogami rispetto ai soggetti con numerosi partners sessuali. In ogni caso il soggetto infetto (monogamo o non) deve sempre informare il partner sano della sua situazione. La coinfezione HIV – HCV aumenta il rischio di trasmissione sessuale di HCV. Altri fattori potenzialmente in grado di aumentare il rischio di infezione sono: la presenza di altre malattie sessualmente trasmissibili (quali ad es. Herpes simplex, Gonorrea, Tricomoniasi), rapporti sessuali traumatizzanti (ad es. rapporti anali passivi) e mancato uso del condom. Il rischio di infezione appare più frequente nelle donne partners di pazienti infetti che negli uomini partners di donne infette.

Via materno – fetale: dai numerosi studi effettuati si può stimare che il rischio di infezione oscilla tra il 4% e il 9%. Il taglio cesareo elettivo (cioè eseguito prima della rottura delle membrane) riduce consistentemente tale rischio.

L'agente causale dell'epatite C è un virus, dotato di pericapside e con RNA a filamento singolo ed a polarità positiva, appartenente alla famiglia dei flavivirus. Quando entra in circolo si lega a recettori nei tessuti del fegato, maggiormente ai recettori delle lipoproteine a bassa densità dd(LDL). Si pensa che il recettore specifico sia la molecola CD81, che è una proteina del gruppo delle <>, presenti sulla superficie cellulare, in associazione ad alcune integrine

Si stima che le persone infette da epatite C nel mondo siano circa 130 milioni. Si stima che HCV sia responsabile del 27% delle cirrosi e del 25% degli epatocarcinomi nel mondo. In Italia vi sono circa 1,5 milioni di persone infette con un migliaio di nuovi casi all'anno, per fortuna in diminuzione specie nei giovani, grazie alle maggiori attenzioni alle pratiche di sterilizzazione, impiego di materiali monouso in chirurgia e odontoiatria e al controllo delle trasfusioni. La coinfezione col virus HIV è comune (circa il 30% dei pazenti HIV positivi sono anche infetti da HCV).

Attualmente sono disponibili test sierologici per rilevare l'infezione. Inoltre la PCR può essere usata per individuare il genotipo. Esistono 6 tipi di genotipo virale, divisi per area geografica. Il genotipo 1a è il più comune in Nord America mentre in Europa e in Italia il più diffuso è il tipo 1b.

L'infezione si diffonde soprattutto attraverso lo scambio di sangue (molto frequente in tossicodipendenti) e molto più di rado per via sessuale. Prima della disponibilità dei test, quindi prima del 1989, era di frequente causata da emoderivati e trasfusioni.

Anche se epatite A, epatite B e epatite C hanno nomi simili (dato che tutte colpiscono il fegato) i virus sono completamente differenti. Per la epatite C non esiste ancora un vaccino (a differenza delle epatiti A e B che possono essere prevenute con un vaccino, molto efficace).

La terapia ad oggi universalmente riconosciuta come la più efficace è costituita dall'associazione di interferone alfa peghilato con la ribavirina.Gli studi rilevano una guarigione stabile di oltre l'80% per i genotipi 2 o 3 del virus e di circa il 50% per il genotipo 1. Per il genotipo 1 ed il genotipo 4 (considerati meno sensibili all'interferone) un ruolo importante nella risposta alla terapia è giocato dalla carica virale nel sangue prima di iniziare la cura: i soggetti che hanno una carica virale inferiore, pur con genotipo "sfavorevole", hanno una risposta migliore e più rapida alla terapia, arrivando anche al 70-80% di guarigione (simile quindi ai genotipi "favorevoli"). E' importante quindi curarsi presto (meglio prima dei 45 anni di età) e prima che il fegato divenga cirrotico; solo così avremo la migliore possibilità di guarigione. Ricordiamo che la terapia è praticata ormai in tutti i reparti di epatologia o di infettivologia; non è necessario andare in grandi ospedali, magari lontano da casa! La terapia non richiede ricovero ospedaliero ma viene gestita a casa propria, eseguendo solo controlli mensili degli esami del sangue.

È importante smettere di bere alcolici, specie durante la cura: è noto che l'alcol favorisce la progressione in cirrosi dell'infezione e rende il trattamento con interferone molto meno efficace.

In particolari gruppi di soggetti, tossicodipendenti o alcolisti, la progressione della malattia avviene più rapidamente. Nell'infezione da HIV, sia per effetto primario di HIV, sia per le alterazioni del sistema immunitario, sia per il sovraccarico epatico dovuto a particolari tipologie di farmaci usati nella terapia di questa infezione, l'epatite cronica da HCV ha una evoluzione molto più rapida verso gli stadi più avanzati (fibrosi, cirrosi) rappresentando un quadro clinico di particolare importanza e di notevole impegno clinico.

Naomi Judd e Pamela Anderson hanno reso pubblica la loro malattia e le loro esperienze. Anthony Kiedis è guarito da tale malattia. Negli Stati Uniti 10.000-20.000 morti all'anno sono causate da HCV. Non si conosce con esattezza il numero reale delle persone positive al virus HCV

in Italia, poiché molti di coloro che ne sono affetti, non ne sono a conoscenza: questa categoria di persone viene infatti definita "MALATI INCONSAPEVOLI". Questo è possibile anche grazie al fatto che l' incubazione della malattia è piuttosto lunga e spesso i primi a presentarsi sono i sintomi delle malattie che l'epatite C non curata porta con sé come effetto collaterale.

Una cosa che però non tutti sanno è che esiste una legge dello Stato, la N. 210/92, che offre un indennizzo in termini pecuniari a tutti coloro che hanno contratto il virus (e di cui si abbia conclamazione accertata) da trasfusioni di sangue e/o emoderivati infetti e/o vaccini.

In Italia sono numerose le sentenze emesse da giudici di merito e dalla Corte di Cassazione che riconoscono - in aggiunta (totale o parziale) all'indennizzo previsto dalla legge 210/92 - a soggetti che hanno contratto tale tipo di infezione virale a causa di trasfusioni, un risarcimento dei danni ritenendo, quindi, colpevole il Ministero della Salute (già della Sanità) per omessa attività normativa e carenza di pratica vigilanza circa la produzione, commercializzazione e distribuzione del sangue e suoi derivati.

Secondo uno studio presentato nel 2007 al 42esimo Congresso della Società Europea per lo Studio del Fegato il 90% dei pazienti ha un'alta probabilità di guarire se sono curati fin dal primo mese di malattia con una terapia di interferone pegilato associato a ribavirina.

Si trovano riferimenti a "terapie alternative" che però si limitano ad alleg
2008-05-09 04:28:37 UTC
ma l epatite c si cura...nn si muore di epatite! xò ovvio nn trascurarla...se no potresti correre gravi rischi !!!


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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