Domanda:
la mononucleosi, puo essere mortale?
2008-09-25 12:51:26 UTC
ho bisogno urgentemente di sapere se la mononucleosi può essere mortale..
Quindici risposte:
U.t.i.c
2008-09-25 12:54:39 UTC
La mononucleosi non è letale di per sè... a volte alcune complicazioni dovute all' indebolimento delle difese immunitarie o a precedenti malattie possono portare a gravi infezioni polmonari(rarissimi casi).
Piero B
2008-09-26 23:32:11 UTC
Carissima, ho visto che ti hanno risposto già con dovizia di particolari.

Io metto l'accento solo su alcune cose (alcune già dette, con buona ragione):

- la milza può ingrandirsi in misura notevole ed essere quindi a rischio di rottura in caso di traumi; per questo motivo è sconsigliato fare attività rischiose (per esempio alcuni sport) finché quato simpatico organo non torni alle dimensioni normali.

- l'infezione da virus della mononucleosi infettiva pare essere associata all'espressione di alcune malattie o sindromi ematologiche (per esempio linfomi, ma non solo), ma anche di altre patologie tumorali...i virus come EBV e i suoi parenti sono decisamente infidi.



Il virus può, in rari casi, dare una epatite (infiammazione del fegato) più grave di quella usuale, ma è un evento piuttosto raro....



Anche se ogni persona ha una storia a se stante, direi che statisticamente si può stare tranquilli...

Però ricorda che consigli medici via internet non possono assolutamente sostituire un colloquio ed una visita medica (che comprende il colloquio stesso con il paziente) con un medico, meglio se specialista nel campo di interesse (nel tuo caso un infettivologo).



Cari saluti e buone risposte
Marko G
2008-09-29 12:07:24 UTC
nono quale morte...al rischio si possono avere qualche prob.al fegato e alla milza ma rarissimamente..cmq anche io ho la mononucleosi mi sono fatto gli esami di sangue e sono usciti sbalati cioe che o la mononucleosi e una pesante infezzione..adesso sto seguendo una cura x 4 giorni di rochefin e bentelan siringhe....e fra 5 gg andro dal mendico e si vedra!hehehhe.cmq non avere paura e na rottura di pal...3 sett e va via!
R C
2008-09-28 14:20:25 UTC
E' come un'influenza con sintomi un pò più pesanti e persistenti, quindi a meno che non sei anziano, cardiopatico o immunodepresso è molto improbabile morire di mononucleosi!
monnyg87 ...l'acida
2008-09-27 18:26:00 UTC
di per sè no, ma provoca l'ingrossamento della milza molto frequentemente,è la rottura si,è letale...basta stare a riposo e evitare sforzi...
2008-09-25 20:02:51 UTC
se la trascuri (come tutte le altre malattie) può dar rogne per settimane ( anche 2 mesi!!!). se fai sforzo ti può scoppiare la milza, ma nn penso sia mortale
Darkangel
2008-09-25 19:55:28 UTC
no affatto..se c'è l'hai tranqui vivrai ancora a lungo..
Antonio1001 17 GRAZIE RAGAZZI!!
2008-09-25 19:54:52 UTC
no però è molto infettiva soprattuto se si va a contatto con zone dove c'è la saliva dell'infetto come il cuscino,le posate ma la trasmissione più diffusa è il bacio
Kratos
2008-09-26 00:47:50 UTC
L'80-90% della popolazione adulta dei paesi occidentali dimostra di aver avuto in passato una infezione da EBV, l'agente più frequente della mononucleosi; i picchi di infezione sono la prima infanzia e l'età adolescenziale. Nell'infanzia, l'infezione si contrae in genere per la condivisione in famiglia di bicchieri o posate; decorre in genere asintomatica, o indistinguibile da una faringite o sindrome influenzale. Nell'età giovanile è invece più frequente la forma classica di mononucleosi (nel 75% dei casi); in età adulta invece è tipica una forma lieve, con febbre, malessere e debolezza. Normalmente una persona smette di essere infettiva dopo circa 5-7 giorni dalla cessazione dei sintomi più evidenti, anche se possono esserci riattivazioni asintomatiche del virus (che rimane per sempre latente in una piccola percentuale di linfociti B) con nuova eliminazione tramite la saliva. Il Citomegalovirus (CMV) altro responsabile di un quadro monunucleosico, si trasmette spesso anche per via sessuale. Toxoplasma Gondii, infine, un protozoo che può dare una infezione simile, viene trasmesso dal gatto, per circuito oro-fecale. Anche le trasfusioni sono fonte possibile di infezione.



Contro la mononucleosi non vi sono cure specifiche; anche gli antivirali di ultima generazione hanno una efficacia ancora in discussione. Il trattamento antibiotico, invece, può avere addirittura effetti nocivi (reazioni simil-allergiche); è indicato solo nel 10-20% dei casi in cui si associa una faringite streptococcica. La terapia è il riposo a letto fino alla scomparsa della febbre, l'evitare attività fisica pesante per 1-2 mesi; in caso di faringite grave con problemi di respirazione, o piastrinopenia o soppressione midollare, rare complicanze, sono indicati corticosteroidi. Nella maggioranza dei casi, comunque, la malattia decorre in non più di 4 mesi senza ripercussioni di alcun tipo.



Si manifesta in alcuni casi, con lo stato febbrile (febbre) (90%), comparsa di linfonodi palpabili sul collo, sulla nuca e sulle ascelle (90%), stanchezza, astenia (70%), in alcuni casi si avverte un ingrossamento della milza (30-40%), del fegato (15% ancora più frequente l'aumento delle transaminasi), mal di gola intenso accompagnato da alterazione delle tonsille (75%), che possono presentare placche e ricoprirsi di un essudato di colore biancastro. In diversi casi (20-30%), si può manifestare un esantema fugace simil-morbilloso. Il decorso naturale è benigno.



Esistono diversi test per la diagnosi di mononucleosi da EBV; il più usato è il "mono test", che ricerca gli anticorpi eterofili, che tuttavia in un 25% dei casi può risultare falsamente negativo, ed in un 10% falsamente positivo. Nei neonati e bambini piccoli, sono necessari altri tipi di test. Quadri simili di malattia possono essere dati dall'infezione da citomegalovirus, dalla toxoplasmosi, da virus epatitici, da influenza e faringiti di varia natura, dall'infezione acuta da HIV, dalla sarcoidosi e da altre linfoadenopatie generalizzate.
Gloriana
2008-09-25 19:58:55 UTC
assolutamente no e solo molto infettiva
red angel
2008-09-25 19:56:54 UTC
No,é solo una malattia infettiva molto fastidiosa, a volte viene però confusa con il linfoma di Hodgkin, e quello sì può essere mortale... Spero di esserti stata utile.
2008-09-25 19:56:47 UTC
La complicazione grave più frequente è la rottura della milza, a rischio nei casi (circa il 40%) in cui questa sia ingrossata; pertanto si consiglia di non eseguire attività fisica soggetta a traumatismi fino alla risoluzione del quadro. È in alcune condizioni, caratterizzate da grave immunosoppressione congenita o acquisita, che il virus di Epstein-Barr può riattivarsi o persistere nella fase litica, dando origine a forme cliniche molto gravi. Il virus di Epstein-Barr è stato infatti associato con un gran numero di malattie, anche neoplastiche, per molte delle quali è ormai definitivamente accertato il suo ruolo eziopatogenetico.



In casi eccezionali (meno del 1%), in particolare in immunodepressi, si può manifestare una pericolosa encefalite. In alcuni individui, probabilmente predisposti per cause congenite o acquisite che alterano la risposta immunitaria contro il virus, l'infezione primaria non è controllata ed il virus di Epstein-Barr continua a replicarsi provocando un'infezione cronica attiva (CAEBV) di cui si conoscono forme molto gravi o severe (SCAEBV). Questa sindrome ha avuto diverse definizioni, anche perché si sovrappone con altre non ben definite come la sindrome da stanchezza cronica e la sindrome da emofagocitosi EBV correlata. Contrariamente a quanto asserito negli anni passati, nei pazienti con CAEBV si segnalano sempre più frequentemente neoplasie linfoidi originate dalle cellule T e dalle cellule NK e non dai linfociti B, come generalmente si osserva nelle malattie linfoproliferative post-trapianto EBV positive.



L'EBV in particolare, ma anche gli altri agenti infettivi che posson dare quadri simil-mononucleosici (CMV, toxoplasma, virus epatitici, HIV), sono tra le cause riconosciute della sindrome da stanchezza cronica, probabilmente a causa degli squilibri che possono apportare al sistema endocrino; un'intensa debolezza durante la fase acuta della mononucleosi conferisce un maggior rischio di sviluppare poi questa complicanza
Koryo
2008-09-25 19:55:40 UTC
Assolutamente no..pensa che è detta la malattia del bacio perche di solito si prende baciandosi.....l'ho avuta pure io e ti assicuro che dopo 2 giorni sti sta gia benissimo
sara b
2008-09-25 19:55:07 UTC
ma va!!!se la curi passa!
broccoletto76
2008-09-26 10:58:49 UTC
La mononucleosi è una malattia febbrile causata dal virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli Herpes virus. Il nome deriva dal fatto che la malattia causa un aumento dei globuli bianchi, in particolare delle cellule mononucleate. Diffusa soprattutto fra i giovani, può essere contratta in qualsiasi ambiente affollato, essendo estremamente contagiosa; il contagio avviene attraverso la saliva (è detta anche malattia del bacio) e le urine. Il periodo di incubazione varia fra 30 e 50 giorni.

Spesso il contagio decorre in maniera asintomatica e può essere confusa con altre patologie (come la tonsillite), essendo il sintomo principale rappresentato dalla stanchezza; solo in una minoranza di casi si manifesta con l'ingrossamento dei linfonodi del collo, della nuca, delle ascelle e dell'inguine, mal di gola intenso (a volte con le tonsille ricoperte di muco verdastro), febbre elevata e prolungata (anche due settimane), astenia, esantema (in un paziente su dieci), lieve ingrossamento della milza. Poiché l'origine è virale, gli antibiotici sono sconsigliati (anzi in pazienti sottoposti a trattamento con ampicillina possono comparire chiazze rosate in tutto il corpo), come pure i cortisonici poiché abbassano l'efficienza dei globuli bianchi che svolgono un ruolo importante nella patologia. Sconsigliato pure l'impiego di acido acetilsalicilico (la normale aspirina) per il rischio di sindrome di Reye, una grave forma di encefalopatia acuta. Il decorso è variabile e può andare da dieci a oltre sessanta giorni. Normalmente l'infezione si risolve da sola; per i casi più gravi è possibile impiegare antivirali dell'ultima generazione (aciclovir).

Mononucleosi e sport - Poiché in molti casi la malattia è asintomatica, nei giovani la mononucleosi può essere responsabile di periodi di scarsa forma difficilmente spiegabili. Poiché è interessata anche la milza, in alcuni sport, in caso di trauma addominale, può verificarsi la rottura della stessa.

Mononucleosi e gravidanza - Pur essendo un'infezione acuta, a differenze di altre malattie contraibili dalle gestanti, la mononucleosi non costituisce un pericolo per la futura mamma o il bambino, non induce l'aborto e non è ritenuta responsabile di possibili malformazioni del feto.

La diagnosi della mononucleosi



La diagnosi certa si ottiene verificando l'aumento dei globuli bianchi e la presenza di anticorpi al virus di Epstein-Barr. Il virus della mononucleosi è estremamente diffuso e il 90% circa degli adulti ne è venuto in contatto e si è immunizzato.

Il test diagnostico più semplice è il monotest, cioè la ricerca di anticorpi eterofili (in grado di agglutinare i globuli rossi di pecora) che compaiono nel 95% dei casi di infezione da virus di Epstein-Barr. Il monotest è rapido e poco costoso, ma per la mononucleosi non è però specifico al 100%. Perciò è opportuno ricorrere alla ricerca di anticorpi specificamente rivolti contro alcune proteine (antigeni) dell'EBV, come l'EA (early antigens), il VCA (viral capsid antigens) e l' EBNA (Epstein-Barr nuclear antigens). Il decorso della mononucleosi - Normalmente l'infezione si risolve da sola in modo benigno nel giro di otto settimane; per i casi più gravi è possibile impiegare antivirali dell'ultima generazione (aciclovir).

Conseguenze e complicanze



Dopo l'infezione, il virus di Epstein-Barr stabilisce un'infezione latente, che permane e può riattivarsi periodicamente. Altre conseguenze più spiacevoli della mononucleosi sono state scoperte solo recentemente. In alcuni individui (soprattutto di sesso femminile) permane un'alterazione degli equilibri endocrini che porta a uno stato di stanchezza persistente, la sindrome da stanchezza cronica, una vera e propria patologia, spesso invalidante. Per evitare facili allarmismi e la possibilità di confondere un periodo di stanchezza successivo alla mononucleosi con l'instaurarsi di una nuova condizione patologica, la sindrome da stanchezza cronica (CFS, Chronic Fatigue Syndrome) è ormai facilmente riconoscibile in centri specializzati (per esempio il soggetto presenta un'alta dolorabilità di punti ben precisi).

Complicanze più gravi - Nei casi di immunosoppressione, sia essa congenita o acquisita in seguito ad altre malattie o trattamenti clinici, l'infezione del virus di Epstein-Barr può portare a gravi casi di infezioni croniche e neoplasie ai linfonodi. La ricerca medica si sta concentrando sulla possibile relazione tra tumori e altre malattie (come la sclerosi o l'AIDS) e l'infezione da virus di Epstein-Barr.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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