La mononucleosi è una malattia febbrile causata dal virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli Herpes virus. Il nome deriva dal fatto che la malattia causa un aumento dei globuli bianchi, in particolare delle cellule mononucleate. Diffusa soprattutto fra i giovani, può essere contratta in qualsiasi ambiente affollato, essendo estremamente contagiosa; il contagio avviene attraverso la saliva (è detta anche malattia del bacio) e le urine. Il periodo di incubazione varia fra 30 e 50 giorni.
Spesso il contagio decorre in maniera asintomatica e può essere confusa con altre patologie (come la tonsillite), essendo il sintomo principale rappresentato dalla stanchezza; solo in una minoranza di casi si manifesta con l'ingrossamento dei linfonodi del collo, della nuca, delle ascelle e dell'inguine, mal di gola intenso (a volte con le tonsille ricoperte di muco verdastro), febbre elevata e prolungata (anche due settimane), astenia, esantema (in un paziente su dieci), lieve ingrossamento della milza. Poiché l'origine è virale, gli antibiotici sono sconsigliati (anzi in pazienti sottoposti a trattamento con ampicillina possono comparire chiazze rosate in tutto il corpo), come pure i cortisonici poiché abbassano l'efficienza dei globuli bianchi che svolgono un ruolo importante nella patologia. Sconsigliato pure l'impiego di acido acetilsalicilico (la normale aspirina) per il rischio di sindrome di Reye, una grave forma di encefalopatia acuta. Il decorso è variabile e può andare da dieci a oltre sessanta giorni. Normalmente l'infezione si risolve da sola; per i casi più gravi è possibile impiegare antivirali dell'ultima generazione (aciclovir).
Mononucleosi e sport - Poiché in molti casi la malattia è asintomatica, nei giovani la mononucleosi può essere responsabile di periodi di scarsa forma difficilmente spiegabili. Poiché è interessata anche la milza, in alcuni sport, in caso di trauma addominale, può verificarsi la rottura della stessa.
Mononucleosi e gravidanza - Pur essendo un'infezione acuta, a differenze di altre malattie contraibili dalle gestanti, la mononucleosi non costituisce un pericolo per la futura mamma o il bambino, non induce l'aborto e non è ritenuta responsabile di possibili malformazioni del feto.
La diagnosi della mononucleosi
La diagnosi certa si ottiene verificando l'aumento dei globuli bianchi e la presenza di anticorpi al virus di Epstein-Barr. Il virus della mononucleosi è estremamente diffuso e il 90% circa degli adulti ne è venuto in contatto e si è immunizzato.
Il test diagnostico più semplice è il monotest, cioè la ricerca di anticorpi eterofili (in grado di agglutinare i globuli rossi di pecora) che compaiono nel 95% dei casi di infezione da virus di Epstein-Barr. Il monotest è rapido e poco costoso, ma per la mononucleosi non è però specifico al 100%. Perciò è opportuno ricorrere alla ricerca di anticorpi specificamente rivolti contro alcune proteine (antigeni) dell’EBV, come l’EA (early antigens), il VCA (viral capsid antigens) e l’ EBNA (Epstein-Barr nuclear antigens). Il decorso della mononucleosi - Normalmente l'infezione si risolve da sola in modo benigno nel giro di otto settimane; per i casi più gravi è possibile impiegare antivirali dell'ultima generazione (aciclovir).
Conseguenze e complicanze
Dopo l'infezione, il virus di Epstein-Barr stabilisce un'infezione latente, che permane e può riattivarsi periodicamente. Altre conseguenze più spiacevoli della mononucleosi sono state scoperte solo recentemente. In alcuni individui (soprattutto di sesso femminile) permane un'alterazione degli equilibri endocrini che porta a uno stato di stanchezza persistente, la sindrome da stanchezza cronica, una vera e propria patologia, spesso invalidante. Per evitare facili allarmismi e la possibilità di confondere un periodo di stanchezza successivo alla mononucleosi con l'instaurarsi di una nuova condizione patologica, la sindrome da stanchezza cronica (CFS, Chronic Fatigue Syndrome) è ormai facilmente riconoscibile in centri specializzati (per esempio il soggetto presenta un'alta dolorabilità di punti ben precisi).
Complicanze più gravi - Nei casi di immunosoppressione, sia essa congenita o acquisita in seguito ad altre malattie o trattamenti clinici, l'infezione del virus di Epstein-Barr può portare a gravi casi di infezioni croniche e neoplasie ai linfonodi. La ricerca medica si sta concentrando sulla possibile relazione tra tumori e altre malattie (come la sclerosi o l'AIDS) e l'infezione da virus di Epstein-Barr.
È una malattia infettiva provocata da un virus che a volte si presenta in concomitanza di malattie infettive febbrili ma spesso senza un motivo apparente. Si manifesta con eruzione di vescichette sulla cute (in greco herpes significa "eruzione"), in genere sulle labbra (herpes labialis) e sui genitali (herpes genitalis). I trattamenti dell'herpes, in particolare le sostanze antivirus e il vaccino antierpetico, sono stati migliorati in modo da ottenere in alcuni casi anche guarigioni complete.
Chi è il responsabile - I virus che causano l'herpes appartengono all'herpesvirus, un gruppo di virus a struttura icosaedrica con DNA a doppia elica e avvolti da una capsula lipoproteinica. Al gruppo appartengono l'Herpes simplex, il virus della varicella-zoster o V-Z e i citomegalovirus (che colpiscono le ghiandole salivari e il rene provocando mononucleosi infettiva; nel neonato possono causare inclusione citomegalica).
Herpes simplex - È una dermatite vescicolare dovuta a un virus (Herpes homini, HSV) che vive nell'uomo allo stato latente. Le lesioni vescicolare riguardano le cellule epiteliali della mucosa di bocca, labbra o volto; può interessare anche l'apparato genitale e provocare in determinati casi encefalite e meningite. L'herpes simplex è considerato un segno di diminuzione delle difese organiche.
Herpes zoster (fuoco di Sant'Antonio) - È una varietà di herpes, a decorso acuto, dovuta allo stesso virus che provoca la varicella, che si annida nei gangli nervosi spinali producendo una particolare manifestazione, con dolori e bruciori localizzati e, dopo uno o due giorni, con lesioni vescicolari nella regione dei nervi intercostali, del plesso brachiale, del trigemino e del nervo sciatico. Le vescicole sono raggruppate su un solo lato del corpo e si rompono una settimana dopo la loro comparsa lasciando una macchia bruna. Esiste anche una forma oftalmica che è la più rara, ma anche la più grave a causa delle complicazioni oculari che si creano. In genere il risveglio del virus in chi è stato colpito dalla varicella è dovuto a condizioni particolari (sforzo fisico, terapie cortisoniche, esposizione al sole ecc.). Attualmente si interviene tempestivamente con antivirali (aciclovir) che, fra l'altro, possono diminuire le probabilità di una nevralgia successiva.
La tonsillite è l'infiammazione acuta o cronica delle tonsille, organi posti in fondo alla gola. Più propriamente dette tonsille palatine, sono anche indicate dal termine "amigdale" in riferimento alla loro caratteristica forma a mandorla (dal greco amygdále, mandorla). Hanno la struttura di un ammasso di follicoli linfatici, legati da un tessuto e dalla mucosa esterna. Quest'ultima non è liscia, ma presenta dei solchi (cripte tonsillari). Essendo molto esposte a virus e batteri che entrano nella bocca durante la respirazione, sono facilmente oggetto di infiammazioni, e per questo sono considerate un meccanismo di riparo a patologie più importanti, in particolar modo a carico della faringe. I sintomi sono il rigonfiamento delle tonsille, la loro tumefazione, la febbre, l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche del collo e di quelle salivari per estensione dell'infiammazione. Le tonsille si presentano di colore rosso vivo, a volte cosparse da pustole bianche o gialle ripiene di liquido purulento.
La coltura oro-faringea (tampone) permette di identificare l'agente, virus o batterio, responsabile dell'infezione e somministrare la cura adeguata. Nel caso di streptococchi l'uso di antibiotici può risolvere la patologia in pochi giorni. Si possono alleviare i sintomi fastidiosi e il dolore alla deglutizione con bevande fresche, con inalazioni di vapori antisettici, collutori o gargarismi in grado di esercitare una funzione disinfettante. Inoltre alcuni alimenti (miele, gelati) risultano particolarmente graditi per alleviare la sensazione di calore e bruciore. Come molte altre forme infiammatorie, è preferibile non trascurare le tonsilliti in quanto il fenomeno può diventare cronico, con episodi acuti che si ripetono nel tempo, o diffondersi ad altri organi interni. Le complicazioni più gravi sono a carico dei reni e l'insorgenza di reumatismo articolare o cardiaco.
La mononucleosi
- Colpiti due giovani su tre
Sintomi e complicanze
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Diagnosi
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Terapia
- Antivirali solo per i casi più gravi
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Sintomi correlati
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espulsione di catarro e muco durante la tosse
vomito, sangue nel
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