L’epatite C è un’ infiammazione del fegato (epatite) causata dal virus dell’epatite C (HCV). Contrariamente agli altri virus dell’epatite (A, B, D ed E), l’infezione causata dal virus dell’epatite C – scoperto nel 1989 – porta, in un numero straordinariamente alto di casi, alla malattia epatica cronica.
L’infezione causata dal virus dell’epatite C spesso rimane a lungo asintomatica. Proprio per questo motivo, la maggior parte delle persone infette ignora di esserlo, e tuttavia è proprio nella fase iniziale della malattia che la terapia ha maggiore efficacia
Il virus dell’epatite C si trasmette soprattutto per via ematica, ma può essere presente anche in altri fluidi corporei. Sono conosciute le seguenti possibilità di contagio:
– Lo scambio di aghi e siringhe tra tossicodipendenti rappresenta una delle più frequenti vie di trasmissione del virus nei paesi sviluppati. Dal 65 al 95% dei tossicodipendenti è HCV-positivo. La distribuzione di siringhe sterili monouso ai tossicodipendenti si configura pertanto come un’ importantissima misura preventiva nei confronti del contagio da epatite C.
– Cause ignote
Nel 10–40% dei casi non si riesce a trovare la causa del contagio.
– Lavaggio del sangue con il rene artificiale (dialisi)
All’incirca il 13% dei pazienti emodializzati è contagiato dal virus dell’epatite C in Svizzera.
– Sangue o emoderivati e immunoglobuline (anticorpi) utilizzati o prodotti prima del 1990 – vale a dire prima della scoperta del virus
Dal 1990 si testano tutte le riserve di sangue che vengono utilizzate, ad esempio, durante le operazioni chirurgiche, per accertarsi che non siano state infettate dal virus dell’epatite C. Grazie all’applicazione di precise metodiche per l’individuazione del virus e di più severe norme igieniche, il rischio di infezione è stato quasi completamente eliminato. Ragione per cui, al giorno d’oggi, il rischio di contagio risulta assai limitato.
– Trapianto di organi infettati dal virus dell’epatite C
– Rapporti sessuali con un partner HCV-positivo
La trasmissione del virus con i rapporti sessuali è assai più rara che nel caso dell’infezione da HIV. Persino dopo mesi di rapporti sessuali non protetti con un partner HCV-positivo, l’aumento del tasso di infezione si aggira in media soltanto attorno all’1 a 4%. E proprio a causa di questo tasso relativamente basso, gli esperti sono giunti alla conclusione che il virus dell’epatite C solo raramente si trasmette per via sessuale.
– Contagio madre-bambino
Durante il parto una madre HCV-positiva può, in determinate condizioni, trasmettere il virus al proprio bambino. Tuttavia ciò si verifica per lo più quando la madre è anche HIV-positiva. Però il rischio di trasmissione del virus resta abbastanza limitato, per cui l’infezione da virus dell’epatite C non costituisce di per sé una controindicazione alla gravidanza. Non si consiglia il parto con taglio cesareo. Il virus non si trasmette con il latte materno e non costituisce pertanto controindicazione all’allattamento al seno.
– Ferite da puntura o taglio di personale sanitario
Dato che basta una piccolissima quantità di sangue a trasmettere l’infezione, questi casi si sono spesso verificati.
– Teoricamente il virus dell’epatite C si può trasmettere anche nei modi seguenti:
• Tatuaggi, piercing, agopuntura e altre pratiche di puntura cutanea con strumenti non sterili
• scambio di lamette da barba e spazzolini da denti (contatto ematico).
A tutt’oggi non esistono però casi documentati di trasmissione del virus.
può essere eventualmente opportuno effettuare un test degli anticorpi dell’epatite C. Ciò vale in particolare per:
• i partner di persone contagiate dal virus dell’epatite C
• tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti
• emofiliaci
• pazienti affetti da patologie renali che si sottopongono a emodialisi (rene artificiale)
• persone che hanno ricevuto diverse trasfusioni di sangue prima del 1990
Un test per la ricerca degli anticorpi contro l’HCV indica se il Suo sangue è entrato in contatto con il virus dell’epatite C, producendo i relativi anticorpi.
Se la ricerca degli anticorpi contro il virus dell’epatite C è positiva, si esegue di solito un test per rilevare il virus per mezzo di una PCR (Polymerase Chain Reaction) qualitativa. Se anche questo test risulta positivo, significa che il virus dell’epatite C è presente nell’organismo e si sta moltiplicando. Un altro test di ricerca anticorpale è il RIBA (Recombinant Immunoblot Assay). Diversamente dalla PCR, il RIBA non è in grado di rilevare la proliferazione del virus, ma soltanto di rilevare la presenza degli anticorpi contro il virus dell’epatite C.
Nell’ulteriore decorso della malattia si misurano ripetutamente gli enzimi del fegato (transaminasi). Questi danno un’indicazione indiretta sull’infiammazione del fegato. Se, in ripetuti dosaggi, le transaminasi risultano elevate, si parla di epatite C cronica. Normalmente però le transaminasi hanno un andamento discontinuo, tanto che i valori alti possono avvicendarsi ai valori normali. In un caso su tre le transaminasi restano addirittura normali per tutto il decorso della malattia, anche se il virus si moltiplica nell’organismo (come dimostra il test PCR). In questi casi soltanto una biopsia del fegato può indicare quanto grave sia l’infiammazione o il danno subito dal fegato.
Prima di iniziare un’eventuale terapia con interferone si può misurare il numero dei virus dell’epatite C con un test quantitativo PCR. In tal modo si può appurare in maniera affidabile quanto virus si trovi nel sangue e documentare in seguito il buon esito della terapia con interferone. Si ritiene che la terapia abbia avuto buon risultato se si assiste ad una drastica riduzione della quantità di virus o addirittura alla sua eliminazione.
Attualmente l’unica terapia la cui efficacia è stata dimostrata, è quella con interferone alfa.
Gli interferoni sono sostanze naturali (proteine) che, in quantità minime, vengono prodotte dall’organismo stesso. Esse stimolano il sistema immunitario e aiutano in tal modo l’organismo a combattere le infezioni virali.
L’interferone viene somministrato per iniezione sottocutanea da ripetersi, in genere, 3 volte la settimana, preferibilmente la sera.
In Svizzera sono attualmente in commercio due tipi di interferone, il cui uso è stato autorizzato nel trattamento dell’epatite C cronica. Si tratta dell’interferone alfa-2a e dell’interferone alfa-2b. L’interferone alfa-2a è disponibile in formulazione liquida sotto forma di siringhe preriempite e, come tale, di pronta somministrazione. L’interferone alfa-2b viene invece venduto come sostanza secca da solubilizzare al momento dell’iniezione. Malgrado la differente formulazione, i due interferoni hanno la stessa efficacia nel trattamento dell’epatite C cronica. Di entrambi i medicamenti esiste anche una formulazione già in soluzione, contenuta in un flacone sufficiente per varie somministrazioni. Se si sceglie questa variante bisogna prelevare più volte la quantità di interferone necessaria dallo stesso flacone.
Di norma un’infezione da epatite C non compromette la vita quotidiana del paziente. La persona affetta de epatite C non ha bisogno di seguire una dieta speciale, può continuare tranquillamente a praticare sport ed a svolgere esattamente come prima tutte le sue attività giornaliere.
Per quanto riguarda l’ambiente sociale abituale (colleghi di lavoro, amici, ecc.) non sussiste alcun pericolo di infezione. Anche i bambini affetti da epatite C non costituiscono una fonte di contagio nel proprio ambiente (scuola materna, scuola, sport, ecc.).
Dato che il virus dell’epatite C si trasmette soltanto in casi molto rari con i rapporti sessuali, le coppie stabili non sono tenute in maniera vincolante all’uso del preservativo. Dato che però il rischio di contrarre l’infezione, rispetto alla media della popolazione, risulta 4 volte superiore nel corso di rapporti sessuali non protetti, l’uso del preservativo rappresenta la soluzione più sicura. L’uso del preservativo si raccomanda invece sia a quanti cambiano frequentemente partner sessuale, sia a coloro che seguono pratiche sessuali a maggior rischio di contagio.
Per un sostegno, c'e un associazione dal nome EPAC.
L'organizzazione - senza fini di lucro opera nel settore della assistenza sociale e socio sanitaria; della assistenza sanitaria; della beneficenza; della educazione, formazione, informazione e prevenzione; della ricerca.
A) In generale: lo svolgimento di attività nel settore dell'educazione, informazione, prevenzione, solidarietà e counselling a favore dei soggetti infetti da epatite C, loro parenti e familiari, ma anche a favore del personale sanitario e di chiunque desideri documentarsi maggiormente sull'infezione causata dal virus dell'epatite C.
B) In particolare: aiutare i soggetti più svantaggiati (soggetti in cirrosi, non idonei che non rispondono alle terapie, anziani) attraverso lo sviluppo di programmi finalizzati ad una assistenza materiale e di supporto ma anche rivolti al “contenimento del danno epatico” inclusa la ricerca e la sperimentazione di prodotti o tecniche alternative alla medicina ufficiale che possano aiutare a contenere il danno epatico indotto dal virus HCV in attesa di nuovi e più funzionali farmaci. Tutelare i portatori del virus dell'epatite C che sono oggetto di ingiuste discriminazioni e vessazioni di vario tipo.
C) Favorire e finanziare progetti di ricerca finalizzati a migliorare le attuali conoscenze sull'epatite C e sull'impatto sociale, economico e sanitario causato dalla patologia epatica stessa
Il raggiungimento degli scopi è perseguito attraverso l'attivazione e la gestione delle seguenti attività:
Lo Sviluppo di progetti di prevenzione e di educazione su scala nazionale ed internazionale, anche in collaborazione con soggetti pubblici o privati, finalizzati a fare emergere “il sommerso” dei portatori del virus HCV che ancora non hanno scoperto l'infezione;
Stimolare le istituzioni pubbliche affinché siano adottati piani di educazione, prevenzione ed informazione sull'epatite C su scala nazionale;
L'individuazione di aree di studio che possano essere di sostegno al lavoro degli operatori e alla loro formazione con scambi, corsi, seminari, pubblicazioni;
L'Istituzione borse di studio;
La nomina di comitati scientifici con compiti di consulenza:
La creazione di strutture operative subordinate con finalità analoghe a quelle sopradescritte;
L'offerta di conforto morale, assistenza informativa e materiale ai malati di epatite C, e ai loro familiari attraverso:
- I siti internet gestiti direttamente da EpaC, o suoi fiduciari ;
- La pubblicazione di libri, videocassette, prodotti su supporto magnetico, opuscoli, depliants e articoli per la stampa periodica e quotidiana al fine di arricchire e diffondere l'attività svolta dall'associazione;
- Trasmissioni televisive o radiofoniche;
- Counselling telefonico;
- Organizzare riunioni, dibattiti, conferenze in relazione alle varie attività svolte dall'associazione stessa;
- Partecipare e organizzare incontri e riunioni con gruppi e associazioni simili e che perseguono gli stessi intenti;
- Promuovere ed aderire ad iniziative e programmi organizzati dagli enti statali, locali, comunali e privati che rientrino nell'ambito dell'attività dell'associazione;
- Promuovere una nuova cultura di beneficenza, rendendo gli stessi benefattori, dove possibile, partecipi dei progetti;
- Favorire la nascita di attività collaterali, anche di natura commerciale, che impieghino persone svantaggiate colpite dalla malattia;
- Provvedendo direttamente, o attraverso terzi, ad erogare fondi destinati alla ricerca scientifica nel campo dell'epatite C nonchè all'assistenza in favore dei malati da HCV che versano in condizioni particolarmente svantaggiate e delle loro famiglie
Sono collaboratori gli enti o Istituzioni che, collaborino sul territorio al conseguimento dei fini dell'Associazione. Sono sostenitori le persone fisiche e giuridiche che versino anche una tantum un contributo liberale la cui entità minima viene stabilita di anno in anno dal Consiglio Direttivo. Sono altresì sostenitori le persone fisiche che collaborino con continuità, volontariamente e gratuitamente nelle attività dell'Associazione, indipendentemente dalla corresponsione di un contributo finanziario
Associazione EPAC Onlus
CF 97375600158
Email: info@epac.it
sede amministrativa
Via Luigi Cadorna 17/A
20059 Vimercate (MI)
Tel. 0396612460 - fax. 0396917255
sede operativa
Indirizzo : Via Masala Colonnello Tommaso, 42
00184 - Roma
C/O Parco Altamira
Uscita GRA - Direzione Alitalia/Pisana
Telefono: 06/60200566
Fax : 06/60209056